Siamo a 39 anni dalla promulgazione della legge sul condono edilizio del 1985 (legge n.47/1985), molte istanze presentate per la sanatoria di abusi edilizi, giacciono ancora negli uffici comunali, in attesa di una definizione finale. La procedura per ottenere l’autorizzazione in sanatoria, infatti, può essere lunga e complessa. Ma cosa possiamo fare, affinchè la stessa abbia una risposta e quali sono i passi affinchè una richiesta di condono diventi un’autorizzazione?
- Contattare il Comune
Il primo passo è sempre quello di mettersi in contatto con l’ufficio comunale competente. È importante fornire gli estremi del protocollo dell’istanza e la data di presentazione, per verificare lo stato di avanzamento della pratica. Questo aiuta a capire se ci sono eventuali ritardi o mancanze documentali. - Verifica degli Allegati
Una volta che si è in contatto con il Comune, è necessario accertarsi che tutti gli allegati richiesti dalla legge siano stati presentati correttamente. La legge n. 47/1985 prevede specifici documenti necessari per la ricevibilità dell’istanza di condono. Tra questi, è fondamentale includere:
Certificato di residenza o iscrizione alla Camera di commercio per avvalersi delle riduzioni previste dalla normativa.
Perizia giurata sismica, qualora le opere superino i 450 metri cubi di volume. - Pagamenti di Oneri Concessori e Obblazione
Un passaggio cruciale riguarda i pagamenti degli oneri concessori e dell’oblazione. È necessario assicurarsi di aver saldato la prima rata di questi oneri, e successivamente, verificare se le rate successive siano state regolarmente pagate. La prova del pagamento, sotto forma di ricevuta, deve essere allegata alla documentazione. - Integrazione Documentale
In alcuni casi, il Comune può inviare una nota di integrazione documentale al richiedente. Questo accade quando mancano dei documenti o se sono necessari ulteriori pagamenti per oneri concessori o oblazione. È importante rispondere tempestivamente a queste richieste per evitare il blocco della pratica. - Verifica della Compatibilità con i Vincoli
Se l’immobile oggetto di condono si trova in una zona soggetta a vincoli (ambientali, idrogeologici, ecc.), è necessario produrre tutta la documentazione che dimostri la compatibilità dell’edificio con tali vincoli. Questo è fondamentale per garantire che la sanatoria possa essere concessa senza infrangere normative di tutela del territorio. - Tacito Rilascio dell’Autorizzazione
Un aspetto importante da tenere in considerazione riguarda il termine dei 24 mesi dalla consegna dell’istanza. Se, trascorso questo periodo, non sono stati richiesti ulteriori documenti o pagamenti, e se la documentazione risulta completa, l’istanza può essere considerata come tacitamente accettata, con l’autorizzazione in sanatoria che si considera rilasciata di diritto.
Conclusioni
Il processo per ottenere una sanatoria edilizia può sembrare lungo e burocratico, ma seguendo correttamente tutti gli adempimenti e rispettando i termini previsti, è possibile ottenere l’autorizzazione. È fondamentale rimanere aggiornati sullo stato della propria istanza, verificare la completezza dei documenti e procedere con i pagamenti richiesti, affinché la pratica possa concludersi positivamente.
Leggi anche:
CONDONO EDILIZIO: ma quanto si paga per la compatibilità paesaggistica?
CONDONO EDILIZIO: le prove della data di realizzazione dell’abuso devono essere prodotte dal proprietarioC
ONDONO EDILIZIO: sui piccoli abusi la Legge Salva Casa rimanda alle attestazioni dei tecnici
CONDONO EDILIZIO: come sanare le tolleranze costruttive nelle zone sismiche?
CONDONO EDILIZIO: anche per i piccoli abusi c’è la conformità urbanistica e quella edilizia
SALVA-CASA: 18 punti essenziali che spiegano il nuovo condono edilizio
SALVA-CASA: scarica direttamente il Decreto Legge con le novità sul Condono Edilizio