Nella sessione plenaria del 12 marzo 2024, il Parlamento europeo ha compiuto un passo epocale verso un futuro più sostenibile, con l’approvazione della tanto attesa direttiva europea “Case Green” (Energy Performance of Building Directive, EPBD). Con 372 voti favorevoli, 197 contrari e 56 astenuti, la direttiva si propone di trasformare radicalmente il paesaggio edilizio europeo per affrontare la sfida climatica e raggiungere l’obiettivo ambizioso delle emissioni zero entro il 2050.
La direttiva EPBD rappresenta un’importante pietra miliare nelle politiche energetiche comunitarie e statali, mirando a stimolare le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati in tutta Europa. L’obiettivo principale è la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio dei 27 Stati membri.
Ogni Stato membro è chiamato a adottare un piano nazionale per ridurre progressivamente il consumo energetico degli edifici residenziali e non, con l’obiettivo finale della neutralità climatica entro il 2050. Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve derivare dalla ristrutturazione degli edifici meno efficienti.
La direttiva impone target precisi per la ristrutturazione degli edifici residenziali e non, prevedendo una riduzione dell’energia primaria utilizzata entro il 2030 e il 2035. Inoltre, si prevede che entro il 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione siano a emissioni zero, seguiti dalle nuove costruzioni residenziali private entro il 2030.
La direttiva impone anche l’installazione di impianti fotovoltaici su nuovi edifici e la graduale eliminazione delle caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040, con la sospensione dei sussidi per tali impianti a partire dal 2025.
Tuttavia, alcune categorie di edifici sono escluse dagli obblighi della direttiva, come gli edifici storici o temporanei. Inoltre, la direttiva prevede un massimo sostegno alle “ristrutturazioni importanti”, che trasformano progressivamente gli edifici in strutture a emissioni zero.
La direttiva introduce un nuovo regime per valutare la “Smart Readiness” degli edifici, incoraggiando l’uso di tecnologie intelligenti per migliorare il comfort e l’efficienza energetica. Inoltre, si promuove la mobilità sostenibile, con l’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici e spazi per biciclette in edifici residenziali e non.
Al momento, la direttiva non prevede sanzioni specifiche per la non conformità agli standard, ma lascia ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare. Tuttavia, avrà un impatto significativo sui bonus edilizi, con un’attenzione prioritaria agli interventi che garantiscono risparmi energetici tangibili.
In conclusione, la direttiva “Case Green” rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico per l’Europa. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dall’impegno congiunto dei governi nazionali, delle istituzioni europee e degli attori del settore edilizio nel rispondere alle sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
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