GLI IMPIANTI: come fare per riscaldare un immobile con la teoria del risparmio energetico?

 

Innanzitutto la prima cosa da fare per riscaldare un immobile con la teoria del risparmio energetico è verificare il nostro impianto termico autonomo quindi, cominciando dalla caldaia si verifica che sia un modello ad alta efficienza e con minor emissioni di CO2. Tra le tante caldaie in commercio, ci sono quelle tradizionali e quelle a condensazione. La caldaia tradizionale utilizza una parte minima del calore dei fumi di combustione, mentre la caldaia a condensazione recupera i fumi di scarico prodotti dalla combustione , consentendo di sfruttare una risorsa di calore in più, tramutandola in energia.
Difatti la tecnologia della caldaia a condensazione aiuta a far risparmiare il 35% e oltre rispetto una caldaia tradizionale, il motivo? I fumi di uscita hanno una temperatura più bassa rispetto a quella tradizionale in tal modo, il calore trattenuto viene utilizzato per riscaldare l’acqua in modo continuativo che si tramuta in meno combustibile per riscaldare la casa e un minor impatto sull’ambiente.
La caldaia genera calore ma per poterlo diffondere negli ambienti ha bisogno degli elementi detti: termosifoni o radiatori collocati nei vari ambienti attraverso un circuito a collettori o circuito monotubo.
Quali sono i Circuiti a Collettori ?
Essi rappresentano un sistema molto diffuso, nel quale,  l’acqua calda è trasportata dalla caldaia ai collettori di distribuzione, attraverso un circuito interno di collegamento diretto ad ogni singolo radiatore.
Il vantaggio di questo impianto detto a ragno, è la posa in opera, che è immediata grazie ai tubi di piccolo diametro,  e l’acqua è inviata contemporaneamente a tutti i termosifoni. Si può dividere l’immobile in zone attraverso valvole termostatiche per impostare diverse temperature, ovviamente l’unico difetto di tale impianto è dato da un intervento invasivo dato dai tanti tubi  da porre in opera e dalle tante tracce da realizzare nelle murature.
Quali sono i Circuiti a  Monotubo?
Essi sono composti da un circuito detto anche ad anello, che parte un tubo di mandata dalla caldaia ed arriva al primo radiatore, da qui riparte con un collegamento al secondo corpo via via fino a connetterli tutti. Ciò, comporta che l’ultimo radiatore viene penalizzato, perché essendo lontano dalla caldaia, per cui  riceverà una temperatura dell’acqua molto bassa rispetto agli altri radiatori. Il vantaggio è che la posa in opera è più veloce e meno invasiva per l’utilizzo di quantità esigua di tibazioni.
Cosa serve per trasportare l’acqua nell’impianto?
Un impianto di riscaldamento,  oltre a generare calore, deve contenere delle apparecchiature che possano trasportare l’acqua calda, per far ciò servono due elementi essenziali : la pompa elettronica a inverter ed il vaso di espansione.
La pompa elettronica a inverter serve per distribuire l’acqua dalla caldaia ai radiatori e deve contenere l’uso di valvole termostatiche per contenere il consumo energetico.
Mentre il vaso di espansione svolge la funzione di contenere le variazioni di pressione in tal modo evita pericolosi sbalzi a discapito delle tubature e quindi del resto dell’impianto
Cosa è il fabbisogno termico?
Prima di acquistare un impianto di riscaldamento, bisogna capire qual’è la quantità di calore che viene espressa in kilowatt o kilocalorie per scaldare la propria abitazione. Ovviamente esiste una formula matematica, solitamente utilizzata da un professionista, che deve tenere conto di una serie di situazioni ad esempio: ubicazione geografica, esposizione solare, l’edificio se ha un grado di isolamento ed infine i metri cubi dei locali da riscaldare. Avendo il totale dei metri cubi da riscaldare ed il coefficiente termico si hanno le calorie necessarie per metro cubo. Tale valore oscilla tra le 30 e le 40 kcal/mc.
Per comprendere al meglio il concetto, facciamo un breve esempio:

  • Ipotizziamo un appartamento situato in una zona pianeggiante non molto fredda;
  • La superfice dell’abitazione e di 80 mq;
  • L’altezza dei soffitti di 3 mt;

avendo questi dati possiamo applicare la seguente formula:

  • (80 mq x 3 mt) x 35 kcal/mq= kcal 8.400.
  • Il coefficiente termico scelto e pari a 35 perché ci troviamo in una condizione ambientale media in zona geografica non particolarmente fredda.
  • Diversamente per le località  montane, senza isolamento, va scelto il coefficiente più alto 40, mentre al sud il clima è più mite il coefficiente applicato e di 30.

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