Ma il Silenzio Assenso, è valido per il rilascio del Permesso in Sanatoria? L’articolo 36-bis del Testo Unico dell’Edilizia disciplina le modalità di rilascio del permesso in sanatoria, una misura pensata per regolarizzare interventi edilizi effettuati in parziale difformità o con variazioni essenziali rispetto al permesso di costruire o alla segnalazione certificata di inizio attività. Le variazioni essenziali includono cambiamenti significativi come il mutamento della destinazione d’uso, l’aumento della cubatura, modifiche urbanistiche sostanziali, o violazioni in materia di edilizia antisismica. Tuttavia, non rientrano in questa categoria le modifiche che riguardano volumi tecnici, cubature accessorie o distribuzioni interne.
Secondo il comma 2 dell’Articolo 36-bis, il permesso in sanatoria può essere rilasciato dallo sportello unico per l’edilizia, a condizione che gli interventi vengano realizzati entro il termine fissato dall’ufficio competente. La domanda deve essere accompagnata da una dichiarazione di un professionista abilitato che attesta la conformità alle normative e la data di realizzazione dell’intervento.
Uno degli aspetti rilevanti della normativa è la tempistica per il rilascio del permesso in sanatoria. Il dirigente dell’ufficio competente deve esprimersi entro 45 giorni dalla presentazione della richiesta, al termine dei quali il permesso si intende tacitamente concesso, salvo motivazioni specifiche. Tuttavia, se l’immobile è situato in una zona sottoposta a vincolo, i termini sono sospesi fino alla definizione del procedimento di compatibilità paesaggistica.La Legge Salva Casa introduce quindi una novità importante: l’automaticità del rilascio del permesso, qualora non vengano rispettati i termini, garantendo così maggiore certezza e semplificazione nei procedimenti edilizi. Il mancato rispetto delle tempistiche implica il tacito rilascio del permesso, un aspetto fondamentale per l’efficienza dell’iter burocratico.
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