Solitamente, in una caldaia tipo tradizionale, una parte del calore prodotto va disperdendosi nell’ambiente attraverso la canna fumaria, oggi esistono caldaie che offrono degli alti rendimenti con consumi bassi, sono caldaie dette a condensazione, ed hanno bisogno di una canna fumaria con caratteristiche specifiche. I fumi vengono fatti condensare su uno scambiatore riuscendo in tal modo a recuperare il 60% del calore avendo dei vantaggi non solo in materia economica, ma, inquinando di meno si ha una riduzione ragguardevole dei gas nocivi, fra cui il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto.
Nella caldaia a condensazione l’acqua va scaricata per forza di gravità ma, nel caso in cui l’altezza e la pendenza dei tubi risulta insufficiente, è necessario ricorrere ad una pompa apposita che convogli l’acqua verso gli scarichi, ed è dotata di valvole che evita la contaminazione batterica per un eventuale ristagno e ritorno dell’acqua di scarico.
La caldaia a condensazione o a camera stagna l’aria di combustione non la prende dall’ambiente circostante in cui è stata installata, ma la prende dall’esterno tramite un sistema di ventole elettriche che forza l’aria attraverso un apposito condotto.
Di norma queste caldaie a condensazione possono essere installate ovunque, ma in alcune regioni molto restrittive vietano l’installazione in alcuni ambienti della casa come il bagno, la camera da letto, quindi sarebbe il caso di consultarsi evitando di incorrere in sanzioni che potrebbero non concedere l’abitabilità della casa.
Inoltre dal 2015 vi è una direttiva europea 2005/32/CE (detta Eco-Design), dice: i costruttori di caldaie devono immettere sul mercato solo caldaie a condensazione.
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